Il Centro

Borgo Giacomo Tommasini, 11 — Parma

ScalaIl Centro è un luogo che accoglie, è un luogo dell’ascolto e del cambiamento.

Il Centro è un SISTEMA TERAPEUTICO in cui i professionisti lavorano in sinergia e sono connessi ad una rete di relazioni culturali e professionali che permettono di aggiornare e validare costantemente le loro prassi terapeutiche.

È composto da un’equipe di professionisti provenienti da ambiti lavorativi diversi, ma tutti con la stessa formazione teorica e metodologica in ambito psicoterapico, che ha permesso di valorizzare le diverse competenze mantenendo un costante confronto e arricchimento reciproco.

Fulcro dell’attività del Centro sono la TERAPIA SISTEMICA FAMILIARE E INDIVIDUALE.

La formazione sistemica permette di prendere in carico più persone nello stesso tempo: coppie, famiglie nucleari e allargate, ma anche individui che portano il sistema di relazioni in cui sono inseriti, per esempio gli adolescenti. La terapia sistemica è molto flessibile perché permette di convocare in seduta di volta in volta un diverso numero di membri della famiglia in base alla loro utilità nel processo di cambiamento. A volte può essere presente tutta la famiglia fino alla terza generazione, a volte solo la coppia genitoriale, a volte solo i figli.

L’adattabilità all’evoluzione del percorso e la capacità metodologica di connettere più punti di vista permettono di attuare terapie brevi con incontri a cadenza settimanale, quindicinale o mensile.

Per supportare la famiglia o gli individui in alcuni momenti critici del loro ciclo di vita sono attivi interventi di sostegno genitoriale e di accompagnamento alla separazione nonché percorsi integrati per il trattamento di eventi traumatici (lutti, incidenti stradali, malattie croniche, eventi naturali stressanti) con una metodica (EMDR) che favorisce il ripristino dell’equilibrio psico-fisico.

NEWS ED EVENTI


Le psicoterapeute del Centro sono disponibili per consulenze tramite Skype o WhatsApp rivolte a:

  • Genitori e studenti alle prese con compiti e lezioni a distanza
  • Genitori di bambini con bisogni speciali
  • Genitori nuovi o futuri che non hanno potuto frequentare corsi di preparazione
  • Coppie che trovano troppo stretti gli spazi casalinghi
  • Singoli che si sentono soli o molto preoccupati

Per concordare giorno e ora basta un messaggio

Dr.ssa CAPOTOSTO Franca 3471638890 –  psicologa
Dr.ssa CHITTOLINI Beatrice 3477400412 – psicologa
Dr.ssa PIAZZA Cristina 3204370718 – psicologa
Dr.ssa SELETTI Luisa 3356231959 – medico pediatra psicoterapeuta

Come faccio a vedere mamma e papà? — Figli di genitori separati al tempo del coronavirus

In questo periodo di emergenza pandemica, in cui è indispensabile ridurre il più possibile i contatti, le famiglie a struttura complessa, con più nuclei abitativi, possono trovarsi in difficoltà.
Noi psicoterapeuti della famiglia abbiamo sempre sostenuto e valorizzato le relazioni tra i membri delle famiglie plurinucleari. Le abbiamo chiamate famiglie aperte per sottolineare la mancanza di confini rigidi tra i rapporti affettivi. Ora ci troviamo di fronte alla richiesta di limitare gli incontri sociali e vediamo che, soprattutto quando non vi è piena sintonia o addirittura vi è conflittualità aperta tra i genitori, questo può determinare tensioni che si ripercuotono sui figli.
I bambini e i ragazzi si adattano con facilità alla situazione, se viene loro raccontato con serenità, in un clima di fiducia, ciò che sta succedendo e se viene spiegato il motivo di un eventuale cambiamento di abitudini. Di solito sono gli adulti che hanno qualche resistenza in più e che fanno ricadere purtroppo le loro ansie sui minori.
I decreti e le ordinanze che hanno dato indicazioni sulle possibilità di muoversi permettono gli spostamenti per raggiungere il proprio domicilio. I minori che hanno più nuclei familiari dunque possono spostarsi da una casa all’altra per garantire una continuità di relazione con entrambi i genitori. Il consiglio, però, è di fare spostamenti poco frequenti e di concordare una permanenza di almeno qualche giorno nelle rispettive case anche se non è quello che ha stabilito il giudice. Utilizzare mezzi di trasporto possibilmente privati per ridurre il più possibile il rischio. In età pediatrica è poco frequente che si manifestino sintomi di Covid19, ma tutte le fasce d’età sono suscettibili al contagio.

Se la consuetudine è di vedersi per qualche ora la sera dopo il lavoro meglio desistere e utilizzare la tecnologia, una chiamata tramite Skype o WhatsApp. Se si è a casa in ferie forzate o smart working, invece, si può prolungare la permanenza dei figli per qualche giorno. Certo, in questi casi sono necessari da parte dei genitori collaborazione e comune intento di protezione dei figli.
Se qualcuno del nucleo familiare ha una malattia acuta tipo febbre o raffreddore o tosse o diarrea è meglio desistere e vedersi a distanza tramite la tecnologia che si ha a disposizione. La stessa cosa se è proprio il minore ad avere qualche sintomo simil-influenzale, perché in questo periodo nessuno può spostarsi dal proprio domicilio fino a guarigione clinica.
In sintesi, ciò che i genitori hanno l’opportunità di rafforzare in tempo di coronavirus sono flessibilità e collaborazione per proteggere i figli e aver cura dei legami famigliari, qualche volta temporaneamente a distanza.

Luisa Seletti
Medico Pediatra
Psicoterapeuta della Famiglia
luisa.seletti@gmail.com

Quando la conflittualità post-separativa origina alienazione genitoriale

Ottobre 2018

di Cristina Piazza e Beatrice Chittolini.

Il rifiuto di incontrare un genitore da parte di un figlio è un fenomeno che si ritrova spesso in situazioni di conflittualità post-separativa. Tale fenomeno è stato definito da Gardner nel 1984 come Sindrome di Alienazione Parentale o PAS (Parental Alienation Syndrome) e a tutt’oggi rimane oggetto di studio, dibattito e ricerca: la sindrome non è infatti riconosciuta come un disturbo psicopatologico dalla maggioranza della comunità scientifica e giuridica. Studi recenti e accreditati che hanno posto l’accento sulla complessità dei legami familiari hanno evidenziato come questa controversa dinamica psicologica disfunzionale sia da attribuire non più ad una patologia del minore da “curare” ma ad un disturbo della relazione (della triade madre-padre-figlio)…

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